FAQ
  1. Quando è prevista l’entrata in funzione del parco?

Stimiamo l’inizio lavori nel 2026 e l’entrata in esercizio dei parchi nel 2030. La bontà di questa stima dipenderà dalla durata dei procedimenti autorizzativi, che sono fuori dal nostro controllo. I due parchi, infatti, affronteranno due procedure autorizzative separate.

Il 23 dicembre 2021 abbiamo avanzato le richieste di concessione demaniale marittima presso il Ministero delle Infrastrutture e l’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna.

Al contempo, abbiamo depositato presso il Ministero per la Transizione Ecologica la documentazione necessaria all’avvio delle istanze autorizzative dei parchi che – per scelta dei proponenti – partiranno da una consultazione preliminare (scoping), volta a definire al meglio i contenuti dello studio di impatto ambientale per la successiva procedura di VIA.

 

  1. Verranno utilizzati dei fondi pubblici?

Attualmente l’investimento, per come lo abbiamo progettato, è interamente privato.

 

  1. A che distanza dalla costa saranno posizionate le pale? Come è calcolata questa distanza?

Entrambi gli impianti sono localizzati oltre le acque territoriali: Nora Energia 1 tra 22 e 34 km dalla costa, Nora Energia 2 tra 30 km e 54 km dalla costa.

 

  1. I materiali delle pale sono riciclabili?

Le torri eoliche sono realizzate in acciaio, riciclabile all’infinito, mentre le pale sono normalmente costruite in fibra di vetro e resina. Al termine della loro vita media utile di 25-30 anni, la percentuale di riciclo oggi si aggira attorno all’85%. Sicuramente avverrà secondo le BAT (Best Available Technologies). Alcuni leader nella produzione di turbine eoliche stanno sviluppando una tecnologia che permetterà il riciclo completo delle pale, con un obiettivo di produzione su scala industriale entro tre anni.

 

  1. Dove avverranno le operazioni di assemblaggio dei componenti degli aerogeneratori?

È presto per dirlo con certezza. Abbiamo già incontrato le autorità competenti del porto di Cagliari per i primi sopralluoghi e valutazioni. Tutte queste attività sono generalmente svolte in zone portuali o retroportuali.

 

  1. Produrre energia con questa tecnologia inquina?

Tutte le nostre attività sono possibili perché c’è energia. La usiamo tutti i giorni. Il problema della sostenibilità sul lungo periodo delle fonti energetiche ha trovato, negli ultimi anni, una soluzione apparentemente appagante nel sempre più ampio ricorso alle energie rinnovabili. Queste ultime, rispetto alle fonti fossili, infatti determinano conseguenze ambientali pressoché minime. Riteniamo che l’eolico marino galleggiante sia tra le tecnologie in grado di minimizzare gli impatti sull’ambiente marino e terrestre. Per noi, il progetto di Nora Energia è il migliore possibile.

 

  1. Come saranno i collegamenti alla rete di trasmissione elettrica nazionale?

I cavi terrestri saranno posizionati in un cavidotto interrato che seguirà il tracciato meno impattante, poggiandosi sulle linee già esistente delle principali direttrici pubbliche e limitando il passaggio all’interno di proprietà private e all’interno di centri abitati dall’elevato valore architettonico.

Sarà effettuata un’indagine geofisica specifica per questo.

 

  1. A cosa servirà questa energia?

Abbiamo fatto richiesta di connessione alla rete elettrica nazionale per il parco; per ragioni tecniche, è normale che tale richiesta sia già partita in quanto richiede una lunga istruttoria che va in parallelo alle altre procedure.

L’energia prodotta servirà ad alimentare consumi differenti. Il parco convoglierà l’energia tramite diversi collegamenti che, ad esempio porteranno l’energia necessaria ad alimentare i consumi della collettività, sistemi di accumulo (storage) o destinato alla produzione di idrogeno verde.

 

  1. Avete allo studio progetti di fattibilità per produrre idrogeno verde?

Entrambe le aziende di questa partnership sono già impegnate nello sviluppo di tecnologie su scala industriale per produrre idrogeno verde. Valuteremo in concreto le differenti opzioni che si presenteranno. Stiamo valutando come poter collaborare al meglio per ricerca e sviluppo anche con le università e gli enti di ricerca del territorio.

 

  1. Che impatto avranno i parchi marini sulla pesca nella zona?

Entrambi i parchi non interessano zone di pesca. Abbiamo comunque avviato una interlocuzione con le associazioni nazionali di riferimento.

 

  1. Come viene calcolato il numero di posti di lavoro che si creeranno?

I numeri presentati sono una stima calcolata sulla base di dati presentati in alcuni studi recenti:

  • Report Offshore Wind Energy in Australia pubblicato da Blue Economy Cooperative Research Centre (2021)
  • Analisi “Wind can power 3.3 million new jobs worldwide over next five years”, condotta e pubblicata dal Global Wind Energy Council (2021)
  • Studio condotto e pubblicato da Wind Europe su “Energia eolica e ripresa economica in Europa: Come l’energia eolica metterà le comunità al centro della ripresa verde” (2020)
  • Report su Impatti socio-economici dell’eolico offshore pubblicato da Danish Maritime Foundation (2020)

I dati delle ricerche citate ci permettono di stimare la creazione di posti di lavoro stabili nel medio-lungo termine: oltre 4000 posti di lavoro diretti per entrambi gli impianti nel picco durante la fase di fabbricazione, assemblaggio e costruzione e oltre 300 posti fissi per 30 anni stimati dopo l’entrata in esercizio per la manutenzione del parco eolico marino, quasi tutti locali.

 

  1. A che tipo di relazioni col mondo accademico e della ricerca sarda si potrebbe pensare?

Abbiamo già iniziato ad incontrare le università e gli enti di ricerca del territorio per presentare il progetto e stiamo valutando insieme diverse opzioni con l’obiettivo di definire un perimetro di azione e collaborazione.

 

  1. I comuni interessati dal progetto beneficeranno di uno sconto sul costo dell’energia?

Secondo le nostre stime, con gli impianti si produrrà il 40% dell’energia attualmente consumata in Sardegna e il 25% dell’energia prodotta, numeri importanti su cui è possibile puntare per contribuire al fabbisogno energetico della Sardegna. La società non sarà responsabile della distribuzione dell’energia, tuttavia la filosofia che guida i proponenti prevede la condivisione del valore generato alla comunità in cui viene prodotto.

A questo proposito, vi segnaliamo una delle ultime iniziative avviate in Italia da Renantis per il parco agrivoltaico di Landolina a Scicli, in Sicilia.

L’iniziativa fa parte del programma “Coltiviamo energia”, mirato rendere le comunità locali protagonisti della transizione energetica del prorio territorio. Si sviluppa attraverso un prestito remunerato, garantito da Renantis, in modalità crowdfunding.

Tramite una piattaforma online, è possibile partecipare al finanziamento di un impianto. Viene offerto un tasso di interesse aggiuntivo ai cittadini che vivono vicino all’impianto. Ai finanziatori è garantita una remunerazione annuale sul prestito effettuato per 10 anni, con possibilità di recupero integrale del capitale versato anche in caso di uscita anticipata.

Sempre a Scicli, Renantis ha creato un fondo a sostegno di iniziative di impatto locale nel Comune di Scicli e sta finanziando un programma di borse di studio per formare nuove professionalità nel campo delle tecnologie rinnovabili e della sostenibilità energetica.